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100 chitarre per una langella: Sally Cangiano e il suo solo project ospite alla serata del 23 giugno a Guardia Sanframondi

Il “Solo Project” di Sally Cangiano è davvero un progetto innovativo e particolare. Grazie a delle particolari corde, ideate da lui , Sally riesce ad ottenere dalla sua chitarra anche le sonorità di un vero e proprio basso che unite all’uso di 2 loop machines rendono la sua musica anche un vero è proprio spettacolo da guardare. Sally tesse la struttura ritmica percuotendo la chitarra, usando una spazzola per le scarpe e imitando con la voce gli strumenti percussivi registrando il tutto in tempo per poi aggiungerci la sua chitarra /basso preparata, sovrapponendo basso e armonia, dalla sua chitarra viene fuori una vera e propria band dove Sally è libero di cantare e fare i suoi “ assoli”. Uno spettacolo unico, da ascoltare e da guardare, dove vengono riproposti in maniera unica e particolare dei brani ritenuti dei veri e propri “must” della musica Italiana e mondiali, insieme ai propri brani arrangiati e rivestiti di nuovo.

di STARGATE
Artisti si nasce?
«Mi sono avvicinato alla musica con lo stesso spirito con
cui un naufrago si afferra
alla zattera, in un mare in tempesta».
Scoperta liberante, arma vincente, rivelazione, ricerca di se stesso, punto di partenza a d’arrivo, sintesi di passioni e dolori
ed emozioni. Tutto questo è la musica per
Sally Cangiano, autore e interprete di jazz,
che ormai dall’adolescenza si accompagna
ad una numerosa serie di chitarre, gelosamente custodite. All’età di dieci anni prende in mano il suo primo strumento: figlio
d’arte, non smetterà più da quel momento
di far scorrere le dita tra le corde tese alla
ricerca di nuovi e diversi suoni. Sally inizia
a creare musica da autodidatta, “studiandola” dai dischi del padre, proprietario in
quegli anni di due radio private.
Dagli otto ai quattordici anni Sally sperimenta la solitudine, il dolore, la diversità, a
causa di una forma di obesità che lo limita
nelle relazioni, nell’avere amicizie, nello
stabilire contatti, ed essere felice in compagnia di amici. Sono gli anni in cui, è solo
con se stesso – per scelta – se non in compagnia della musica e delle sue chitarre.
L’energia che gli viene da dentro, accende
ancora di più la voglia di studiare la musica jazz ricercando testi anche stranieri che
gli permettano di affinare il suo genio.

«La musica è stata la salvezza, il
filo conduttore che mi ha permesso di sublimare quella condizione di disagio in cui ero piombato e da cui non riuscivo ad uscire». A quindici anni conosce un pianista Jazz, l’allora ingegnere della Cartiera di Alife e amico di famiglia: l’austriaco Carl Schlipfinger. «Fu lui a lanciarmi fuori da certi schemi e fuori dal contesto musicale locale.

Presto ho iniziato a viaggiare e a vivere di musica jazz visitando numerose città d’Italia».

A Bologna entra a far parte di uno dei più importanti Jazz Club d’Europa misurandosi con artisti internazionali e “provando” le proprie capacità, come una vera palestra. «A soli diciotto anni ero
stato catapultato come un soldato in trincea, in una realtà di cui non potevo avere chiara percezione: troppe emozioni, troppa adrenalina, troppa esperienza.

Eppure fu quel momento a determinare il mio percorso successivo». La musica per Sally Cangiano «Da allora in poi ho iniziato a sentirmi ancora più libero, musicalmente. 

Via ogni clichè che  potesse “contenere” la musica entro certi schemi. Purtroppo oggi anche
l’improvvisazione jazz viene insegnata tenendo conto di schemi già composti e pronti all’uso. Una sorta di copia e incolla che a me non sta bene,
non libera emozioni…». Sviluppare il proprio linguaggio musicale significa
essere un artista e sviluppare attraverso di esso colori, sensazioni, odori,
emozioni, tutto ciò che non è contenibile in una o più parole.
«Con la musica posso esprimere il mio amore, la sua variabilità, la sua
altezza, la sua solennità, la forza: in essa c’è la paura di perdere la persona amata, la voglia di amarla, di riconquistarla, c’è la rabbia e la felicità.
Solo con la musica riesco a rendere la tridimensionalità del mio pensiero
e del mio sentimento». Musica: non un linguaggio complementare, ma un
linguaggio fondamentale che nasce dalla voglia di comunicare per espiare,
addolcire, placare le ansie, creare equilibri interiori.
L’impegno
Intorno ai venticinque anni si trasferisce a Bologna per dare una svolta decisiva alla sua vita: studiare musicoterapia per fare della propria esperienza
di vita – quella del dolore e della solitudine – una possibilità di riscatto, di
“rivolta” per quanti, come lui in passato, avrebbero potuto rivivere grazie
alla musica. «Ho dovuto studiare per acquisire quegli elementi scientifici,
psicologici e musicali tali da poter lavorare per gli altri in maniera seriamente professionale». Sally, da musicoterapista ha collaborato con diverse
strutture sanitarie, mentre oggi dedica il suo talento al Centro Fraternitas
Onlus dove – oltre a tenere lezioni di chitarra – accompagna con la musicoterapia il percorso di crescita di alcuni bambini con difficoltà psichiche. Attraverso il potere evocativo e insieme intrinseco della musica, Sally
Cangiano porta avanti il suo impegno per gli altri: suoni, timbri, altezze,
pause, diventano la chiave di lettura e la “zattera” per generare un’emotività
ne- cessaria al superamento dei propri limiti. La musicoterapia
di Sally è anche sperimentazione grazie alla “somministrazione” di binaural beat: l’ascolto contemporaneo
di diverse frequenze sonore capaci di generare stimoli
esterni al cervello nel tentativo di fargli raggiungere lo
stato di coscienza/psicofisico desiderato o necessario.
Chi è oggi Sally Cangiano? Un musicista jazz, un uomo
di- verso, un artista sui generis…? «Non mi
calza il termine “musicista jazz”, perché io suono me stesso nella continua negoziazione tra quello che
sei e quello che accade intorno. E il
premio ti viene dalla gente quando
comprende non quello che tu fai,
ma la sincerità con cui ti esprimi».

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